Caso studio – Redazione del “Documento sulla protezione contro le esplosioni” di uno stabilimento chimico (ATEX)
La redazione del “Documento sulla protezione contro le esplosioni” è un obbligo di legge (art. 294 del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i.) a cui il datore di lavoro deve ottemperare nel caso in cui egli riconosce che possono essere presenti, nei propri luoghi di lavoro, delle ATEX, ossia delle atmosfere potenzialmente esplosive generate dalla miscela con l’aria, a condizioni atmosferiche, di sostanze infiammabili allo stato di gas, vapori, nebbie o polveri. Nello stabilimento chimico in questione sono presenti solventi infiammabili (acetone, toluolo, alcool metilico, isopropanolo) e polveri infiammabili (carbon black) utilizzati nei processi produttivi (produzione di vernici), gas infiammabili quali idrogeno (che si può generare nei processi di ricarica delle batterie dei carrelli elevatori) e metano (utilizzato per il riscaldamento): tutti queste sostanze infiammabili posso generare delle ATEX, per cui è necessario procedere:
- alla classificazione delle aree dove si possono formare delle ATEX
- alla valutazione del rischio di esplosione
Spesso molti datori di lavoro credono che la semplice classificazione delle aree, ossia la ripartizione delle zone di lavoro in aree in cui si possono formare atmosfere esplosive (individuazione zone 0/20,1/21,2/22) sia sufficiente per adempire a quanto richiesto dalla legge. In realtà il D.lgs. 81/2008 specifica che il datore di lavoro ha l’obbligo di “….valutare i rischi specifici derivanti da atmosfere esplosive, tenendo conto almeno dei seguenti elementi:
- probabilita’ e durata della presenza di atmosfere esplosive;
- probabilita’ che le fonti di accensione, comprese le scariche elettrostatiche, siano presenti e divengano attive ed efficaci;
- caratteristiche dell’impianto, sostanze utilizzate, processi e loro possibili interazioni;
- entita’ degli effetti prevedibili…” (art. 290).
Tale valutazione è quindi il frutto di una vera è propria analisi di rischio in cui occorre valutare la probabilità e l’entità del danno, secondo la classica definizione di rischio R = P x D. Al fine di effettuare la valutazione del rischio da ATEX, occorre procedere preliminarmente con uno studio dei processi e delle fasi di lavoro: tale studio si articola nell’esecuzione di sopralluoghi conoscitivi presso lo stabilimento con una figura di riferimento (RSPP aziendale), ponendo domande al fine di individuare le zone dove si possono formare le ATEX, le possibili sorgenti di innesco, le misure di prevenzione e protezione già adottate, la presenza di procedure specifiche, la formazione degli addetti, la cartellonistica presente in campo. Nel caso dello stabilimento chimico in oggetto, è già presenta una classificazione delle aree che quindi va attentamente studiata per verificarne la completezza e il grado di aggiornamento; la classificazione delle aree atex fornisce l’indicazione circa la probabilità di presenza di un’atmosfera potenzialmente esplosiva in una determinata zona; il passo successivo è stabilire la probabilità di innesco di questa ATEX e la probabilità di presenza dei lavoratori (in questo ambito, per rischio di esplosione si intende quello che possa causare danni a persone, per cui è importante valutarne la presenza nelle zone in cui può avvenire un’esplosione da ATEX). Le possibili sorgenti di innesco possono essere:
- Sigarette accese
- Superfici calde
- Operazioni di saldatura
- Reazioni esotermiche
- Compressioni adiabatiche
- Calore generato per attrito
- Impatto di oggetti in caduta
- Impianti elettrici (scariche, calore prodotto da resistenze, cortocircuiti, fusibili, interruttori)
- Scariche elettrostatiche
Occorre prestare attenzione all’adeguatezza di apparecchiature ed impianti: tutto ciò che è stato acquistato dopo il 30 giugno 2003 deve riportare la specifica marcature ATEX (la “categoria” di protezione atex della singola apparecchiatura deve corrispondere alla specifica zona di classificazione ATEX dove essa risulta installata); per quanto riguarda le attrezzature antecedenti al 30 giugno 2003 occorre “…garantire che le attrezzature di lavoro con i loro dispositivi di collegamento a disposizione dei lavoratori, nonchè la struttura del luogo di lavoro siano state progettate, costruite, montate, installate, tenute in efficienza e utilizzate in modo tale da ridurre al minimo i rischi di esplosione ..” (allegato L D.lsg . 81/2008 e s.m.i.), per cui occorre valutarne la probabilità di formazione di sorgenti di innesco. Tale valutazione viene eseguita considerando, in funzione della zona atex in cui è installata l’apparecchiatura, il grado di protezione che essa deve assicurare e quindi le misure di prevenzione necessarie ad evitare che siano presenti sorgenti di innesco durante il normale funzionamento, per disfunzioni previste o per disfunzioni rare.
Nel caso in oggetto la valutazione del rischio si conduce considerando, attraverso la tecnica dell’analisi Fault Tree (alberi di guasto), la combinazione di eventi primari che portano a realizzare l’evento indesiderato, ossia l’esplosione da ATEX. Determinando la probabilità di tali eventi primari e i danni attesi, è possibile calcolare il rischio di esplosione e valutarlo, secondo un opportuno criterio, per stabilire se sia accettabile o meno e prendere le relative misure di prevenzione e protezione necessarie a ridurlo.